
PEPPINO IMPASTATO
Venerdì 5 ottobre, abbiamo avuto il piacere di assistere ad una conferenza tenuta da Giovanni Impastato, fratello di Giuseppe Impastato ucciso il 9 maggio 1978 dalla mafia.
La famiglia Impastato viveva a Cinisi, in provincia di Palermo. Il padre Luigi facevaparte dell’associazione mafiosa di Cosa Nostra. Dopo l’uccisione dello zio CesareManzella, Peppino decide di aggregarsi ad un gruppo di comunisti che difendevano i diritti dei contadini che erano stati privati delle loro terre, utilizzate per lacostruzione dell’aeroporto di Punta Raisi.
Giovanni raccontò l’episodio in cui lui e il fratello andarono sul luogo del delitto dello zio e Peppino disse: “se questa è la mafia io mi batterò contro di lei fino all’ultimo giorno della mia vita”, e così fu.
Peppino attraverso la radio da lui creata: Radio Aut, fu l’unico in grado di ridicolizzare e prendere in giro i mafiosi tra cui suo padre e il boss Tano Badalamentidefinito da Peppino “Tano Seduto capo di Mafiopoli”.
Egli viveva a soli cento passi dalla famiglia Impastato, da qui si ispira il titolo del film che racconta la loro storia.
Il padre di Peppino e Giovanni, contrario al percorso intrapreso dal figlio, decise dicacciarlo di casa e successivamente partì per l’America per chiedere consiglio ad uncugino che viveva lì. Quest’ultimo gli diede un regalo da consegnare a Tano. Tanodopo aver scartato il dono lo rifiutò.
Giovanni spiegò che la mafia comunica attraverso dei simboli: la cravatta regalata a Tano voleva rappresentare la protezione che egli doveva offrire a Peppino altrimentisarebbe stato “strozzato” dal nodo della cravatta, ovvero sarebbe stato ucciso.
Dopo poco tempo Luigi Impastato morì per mano dei mafiosi ma venne detto che fu ucciso per sbaglio, che si trattò un incidente.
Questo fu un avvenimento decisivo per la vita di Peppino. Giovanni raccontò che sia lui che il fratello avevano molta paura, soprattutto dopo la morte del padre.
Cercò inoltre di convincere Giuseppe a interrompere la sua carriera da comunista. Ora che non c’era più il padre a proteggerlo gli avrebbero fatto del male se nonavesse smesso di combattere contro la mafia.
Peppino decise di continuare per la sua strada. Si sentiva in dovere di farlo.
Purtroppo dopo poco venne ucciso.
Le forze dell’ordine erano corrotte e sostennero che si trattasse di attentatoterroristico. Il caso Impastato venne chiuso. Dopo un po’ di anni Giovanni e la madreFelicia riuscirono a farlo riaprire; esso fu affidato al magistrato Giovanni Falcone chedopo poco morì anch’egli.
Durante la conferenza aggiunse inoltre che al funerale del fratello la popolazione di Cinisi non partecipò, proprio perché aveva paura delle origini mafiose di Peppino Impastato e temevano la reazione che avrebbero potuto avere i membri di Cosa Nostra. Anche ai funerali della mamma Felicia nessuno partecipò.
Quest’incontro con Giovanni fu molto interessante in quanto ci permise diapprofondire la storia della famiglia Impastato e di sentire racconti personali e pareri soggettivi di un uomo che purtroppo visse tutte queste vicende in prima persona.